Mi hanno sempre affascinato i manichini di De Chirico del periodo metafisico, ma per poterli tradurre in tre dimensioni, ho dovuto studiarli più profondamente e, con mia grande gioia, ho scoperto ancora una volta, la razionalità del pittore: ogni elemento preso a sé era estraneo agli elementi convenzionali della figura, eppure rientrava nella composizione in uno schema ben preciso e aderente. Nel retro del tendaggio che mi nascondeva agli occhi della gente ho copiato con le dovute scuse, un quadro dello stesso pittore. La più divertente frase del pubblico è stata: «Ma chi sono? Ric e Gian?»*.
*Coppia di comici televisivi italiani al tempo ancora in auge.