rossana molinatti
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Nel 1981 il Carnevale esplose. Magnifico, travolgente e… inaspettato. Da un giorno all’altro tutta la città si era travestita con abiti multicolori, alcuni improvvisati alla bell’e meglio, altri frutto di lavori certosini durati mesi. Anch’io decisi di parteciparvi attivamente, ma non volevo rientrare nelle solite categorie delle damine imparruccate o delle Cappuccette Rosse un po’, come dire, stagionate. No, volevo fare qualcosa di diverso, che veramente rispecchiasse il mio animo, ciò che provavo, ciò che amavo al di sopra di tutto. E cosa c’era per me di più strepitoso dell’arte?  Se il Carnevale è la follia, il poter esprimere ciò che si vorrebbe, allora io mi ci sono adattata perfettamente, ed eccomi trasformata nell’opera d’arte che ho sempre amato. Eccomi Paloma, ritratta da Picasso, una Paloma che però parla, ride e scherza e si espone alle altre maschere che a loro volta ridono e scherzano.

Realizzare il tutto è stato discretamente facile: un vestito fatto alla sera - a quell’epoca ancora lavoravo per otto ore al giorno -- e una cornice fatta da un amico corniciaio o, come si dice dalle nostre parti, marangòn da soàsa.

E l’avventura cominciò e sarebbe durata per molti altri anni, per molti altri Carnevali.

 

Quell’incredibile, primo Carnevale

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pablo picasso

Paloma

1982 Arlecchino

1981
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